mercoledì 10 novembre 2010

Tarascona - Il castello del buon re Renato I


Renato, duca d’Angiò e conte di Provenza, passo alla storia come Renato il Buono. Buono lo era certamente, forse anche troppo: nel corso della propria vita ebbe la fortuna di diventare re di otto stati, ma li perse tutti. Dovendo rinunciare anche all’amato Regno di Napoli si ritirò nei castelli di Provenza.


CENTRO MEDIEVALE DI CULTURA – Nella seconda metà del XV secolo, Renato I portò a Tarascona un breve periodo di fioritura culturale. Per nove anni confluirono in città artisti e scienziati. Lo stesso Renato si esercitava nelle belle arti, componeva musica, scriveva poesie, dipingeva. Era un uomo erudito, conosceva la geologia, la matematica, il diritto, parlava correntemente sei lingue. Si sentiva profondamente legato alle tradizioni folcloristiche della Provenza e cercò di ravvivare ovunque le antiche feste popolari. Si dilettava anche di gastronomia, e introdusse in questo campo alcune novità come il vino moscato, modificando cosi le abitudini vinicole della regione.


LA NASCITA DEL CASTELLO – Già nel Duecento era stato eretto, in riva al Rodano, un castello dei duchi di Provenza, con lo scopo precipuo di difendere il territorio dalle mire del regno di Francia, che di fronte a Tarascona, sull’altra riva del fiume, aveva già occupato la città di Beaucaire. Nel XIV secolo i duchi d’Angiò, che avevano preso il potere in Provenza, decisero di rafforzare l’edificio. Ma nel 1399, mentre il duca Luigi II era impegnato nella difesa dei possedimenti angioini in Italia, Raimondo di Turenne, duca di Les Baux de Provence, conquistò il castello di Tarascona, daneggiandolo gravemente. Quando venne firmata la pace, il duca d’Angiò cominciò la costruzione di un nuovo, più potente complesso.

 

MEZZO SECOLO DI LAVORI – Il nuovo castello di Tarascona ergeva le sue cortine di chiara pietra calcarea, spesse fino a 3 m, con un completo giro di apparato a sporgere, fino all’altezza di 48 m. l’opera era gigantesca, e ci volle parecchio tempo per portarla a termine. Il figlio maggioredi Luigi II, Luigi III, proseguì l’opera del padre, ma fu solo nel 1449, dopo mezzo secolo di fatiche, che il fratello di Luigi III, Renato I il Buono, portò finalmente a compimento i lavori.
Mai sottoposto a prove belliche, il grande edificio venne adibito, nel Cinquecento, a prigione, destinazione che mantenne fino a Novecento inoltrato. Sulle pareti delle celle si notano ancora le scritte incise dai carcerati.


  Santa Marta
Tomba di Santa Marta

LA FESTA DELLA TARASQUE – Nel 1474 Renato I istituì una popolare festa, durante la quale la riproduzione in carta e legno di un’orribile creatura mitologica, la Tarasque, sfilava in processione per le vie cittadine. All’origine di questa usanza, che rivive ancora oggi ogni ultimo fine settimana di giugno, c’era una strana leggenda. All’epoca della nascita di Cristo, infatti, Tarascona era dominata da una dragonessa anfibia chiamata Tarasque. Il mostro distruggeva tutto e divorava gli abitanti, soprattutto i coraggiosi cavalieri che cercavano di ucciderlo. Un giorno arrivò dalla Palestina una nave con Santa Marta, che si limitò a fissare profondamente la Tarasque  negli occhi. La bestia si lasciò condurre docilmente al guinzaglio dalla santa, scese nel Rodano e scomparve per sempre. Santa Marta, invece, restò a Tarascona e fu seppellita nella chiesa a lei consacrata. La leggenda, oltre che piena di anacronismi, è palesemente falsa, ma ha forse un nucleo di verità. La dragonessa sarebbe, infatti, la trasposizione fantastica delle frequenti inondazioni che nel medioevo causavano gravi danni alla città, provocando molte vittime, e contro le quali ci si raccomandava ai santi.



LA REGGIA NASCOSTA – Il solido, poderoso aspetto esterno del castello di Tarascona cela all’interno una reggia sontuosa, dove si conduceva una raffinata vita di corte, in ambienti di grande bellezza e sontuosità.
Il cortile interno è uno splendido esempio di gotico fiammeggiante. In una delle sue pareti sono ricavate finte finestre in cui sono collocate e statue in pietra di re Renato e della sua seconda moglie.
La ‘sala dei Banchetti’ e la ‘sala delle Feste’ nell’ala occidentale sono decorate da pregevoli soffitti affrescati…..  

1 commento:

Federica ha detto...

Ciao, ecco un castello che ho visitato anche io! Complimenti per averlo pubblicato, è un castello molto suggestivo e molto bello, andai a visitarlo quando feci il giro della Provenza ed oltre ad esso, ne vidi molti altri...
Saluti Federica

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