sabato 17 novembre 2012

Castiglione del Lago – Un dono del papa



Nel 1550 il papa Giulio III regalò alla sorella Giacoma, in occasione delle sue nozze, l’imponente castello medievale di Castiglione sul Trasimeno, cui corrispondeva anche il rango marchionale. Il marchesato, in seguito promosso ducato, rimase alla famiglia fino al 1643.


LA ROCCA DEL LEONE – La rocca di Castiglione del lago esisteva già da secoli quando l’imperatore Enrico VI di Hohenstaufen dovette riconoscere la supremazia della città di Perugia e la fortificazione fu smantellata. Il luogo, infatti, in virtù della sua eccellente posizione costituiva una costante fonte di pericolo per il Comune umbro. Il successore di Enrico, però, Federico II, salito nel 1220 sul trono dei suoi avi, la ricostruì, intorno alla metà del secolo, con il simbolico nome di rocca del Leone, da cui forse derivò con il tempo il nome di Castiglione. Ma non era la prima distruzione e ricostruzione che l’edificio dovette subire. Un secolo prima, nel 1091, infatti, era stato l’imperatore Enrico IV a demolire la fortificazione, che era tra i capisaldi dei suoi nemici.


IL PALAZZO DEI  DELLA CORGNA – Il castello donato dal pontefice alla sorella venne in seguito ampiamente rimaneggiato dal figlio di quest’ultima, Ascanio della Corgna. Egli aveva sposato Giovanna Baglioni, erede della famiglia perugina che un tempo dominava su Castiglione. La casa-forte posseduta dai Baglioni in prossimità del castello fu trasformata da Ascanio in uno sontuoso palazzo, destinato a diventare residenza dei marchesi, e quindi dei duchi, Della Corgna.


LO STUPORE DI MACHIAVELLI – La rocca di Leone, ritenuta all’epoca praticamente inespugnabile, era uno dei più grandi edifici militari d’Europa. Visitandola, lo scrittore Nicolò Machiavelli (1469 – 1527) restò colpito dal suo aspetto minaccioso, che esprimeva visivamente la forza dell’autorità. Gli sembrò un muto testimone di pietra di quei processi del potere, che in seguito cominciò a mettere a nudo, dando dignità di studio scientifico alle sue osservazioni sul cinismo politico dei principi, sui loro metodi e sui loro inganni. Il risultato fu un rigoroso trattato di politica applicata condensato in un celebre libro – Il principe, del 1513 – che purtroppo fu spesso inteso come una giustificazione della sopraffazione, della tirannia e della legge della forza piuttosto che una disincantata e realistica analisi dei meccanismi della politica.


UN RECIPROCO AIUTO – Il castello non esaurisce le fortificazioni di Castiglione del Lago. Anche il borgo vanta una sua cinta difensiva, che si allacciava alle cortine del castello venendo a costituire un’unica realtà difensiva. È uno dei pochi casi in cui il castello signorile, anche se grande e ben munito, non prevarica sull’abitato, di cui costituisce l’arx, l’estrema difesa. A sua volta, il borgo costituiva l’antemurale del castello: una reciproca collaborazione che andava a vantaggio di ambedue le realtà.


HANNIBAL AD PORTAS – Nel 217. a.C. notizie tremende giunsero a Roma: le truppe del console Gaio Flaminio erano state accerchiate sulla riva nord del lago Trasimano, a circa 15 km dall’attuale abitato di Castiglione. Quindicimila soldati e lo stesso console erano caduti in battaglia, e più nulla si frapponeva tra Annibale e l’Urbe: la strada per Roma era aperta. Tuttavia il condottiero cartaginese deviò per le Puglie, dove un anno dopo annientò presso Canne quasi l’intero esercito romano. La lunga marcia che aveva portato Annibale dalla Spagna all’Italia meridionale, valicando le Alpi, sembrava conclusa. Eppure, Annibale mancò la sua occasione. Infatti, i Romani passarono al contrattacco e nel 202 sconfissero Annibale , costringendolo prima alla fuga in Siria e poi al suicidio. Restò la frase Hannibal ad portas, “Annibale è alle porte” come ricordo di uno dei momenti più tragici di Roma.


UNA FORMIDABILE POSIZIONE DIFENSIVA – Le isole sono da sempre tra i più apprezzati luoghi difensivi. Se poi l’isola presenta fianchi scoscesi, difficili da risalire per eventuali attaccanti, la posizione difensiva diventa veramente formidabile. Questo è quello che è accaduto a Castiglione del Lago, nata inizialmente come roccaforte insulare nel Trasimeno.


UN CASTELLIERE ANTICO – La località di Castiglione era molto probabilmente abitata già in epoca etrusca – parecchi reperti di tale civiltà sono stati rinvenuti nel territorio – e quasi certamente in età romana. Del resto, si trattava di una posizione che favoriva, si potrebbe dire richiedeva, un insediamento: un isolotto roccioso affiorante dal lago, a poca distanza dalla riva, tanto che con il tempo si è formato un istmo alluvionale che l’ha unito alla costa. È un tipo di località in cui si potrebbe persino aspettare un castelliere preistorico; e non è detto che in futuro non se ne trovino le tracce.


IL PRIMO CASTELLO – Una posizione così favorevole non poteva essere trascurata. Già nell’alto medioevo, infatti, sorse un castello di cui non si conoscono natura e forme, ma di cui restano vari documenti. Uno è quello con cui l’imperatore Ottone III, nel 996, lo cedette al marchese Ugo di Toscana; altri poi ne provano, in un certo periodo, l’appartenenza all’abbazia di San Germano di Corteleone. Purtroppo questa rocca originaria andò pressoché totalmente distrutta a opera dell’imperatore Enrico IV, nel corso della lunga lotta che lo oppose al papato e alle recalcitranti città dell’Italia centro-settentrionale.


L’ATTUALE FORTIFICAZIONE – Il castello e il borgo ai sui piedi (che si completavano reciprocamente) risorsero comunque ben presto, e costituirono nei secoli successivi uno dei punti di forza di Perugia, sebbene a più riprese Cortona, Orvieto, Arezzo provarono a contendergliene il possesso. A quest’epoca appartengono le strutture fortificate visibili tuttora, sorte nel XIII secolo e integrate a più riprese fino al Cinquecento, quando la fortificazione venne sostanzialmente abbandonata a favore del palazzo sottostante.


UN IMMENSO GIRO DI MURA – Più che un castello, la fortificazione che corona Castiglione del Lago sembra una piccola città racchiusa tra le sue mura. E forse nel suo tracciato c’è il ricordo degli abitanti che si erano succeduti sulla collina dall’epoca etrusca in poi. Tuttavia dal punto di vista militare l’imponente fortezza non era particolarmente temibile, se non per la sua posizione privilegiata. Troppo lontane le torri per aiutarsi con il reciproco tiro di fiancheggiamento, relativamente modeste le difese avanzate, troppo ampio il perimetro per le truppe di solito a disposizione, scarsamente compartimentato l’interno, così che una breccia in un punto avrebbe procurato il crollo dell’intera difesa. Eppure Castiglione fu per secoli una delle chiavi per il dominio sull’intera Umbria.



ALLA MODA DEI POTENTI – La cessione di papa Giulio III ai Della Corgna creò sulle rive del Trasimeno un piccolo stato principesco che durò fino al 1643, elevando la cittadina di Castiglione al rango di piccola ma orgogliosa capitale. La consacrazione di questo ruolo avvenne ai tempi di Ascanio I della Corgna, nipote del pontefice: un ardimentoso e abile capitano che doveva coprirsi di gloria a Lepanto. Egli infatti fece costruire un ampio palazzo dalle forme manieristiche, che doveva costituire la reggia del minuscolo dominio. Tale palazzo venne poi collegato alla rocca mediante un passaggio coperto, munito di feritoie, che consentiva di andare da un edificio all’altro senza interferenze dall’esterno. La realizzazione entrava nel relativamente vasto novero di strade coperte che collegavano palazzi e castelli, di cui il Corridoio vasariano di Firenze, il Passetto romano o la strada coperta di Vigevano sono alcune tra le testimonianze più note. E mostra l’ambizione dei Della Corgna che, in piccolo, ripresero un espediente spesso usato da grandi personaggi. Il passaggio, crollato nel 1963, fu ripristinato qualche anno dopo, ed è tuttora in funzione, costituendo uno degli elementi di maggior interesse del complesso.


FORZA E ARTE – In origine il roccione calcareo su cui s’innalza il castello medievale era un’isola del lago Trasimeno.
La rocca del Leone, a pianta pentagonale, con quattro torri d’angolo e le mura merlate, è un’importante testimonianza della grande architettura militare in epoca Hohenstaufen. Questo nonostante non assomigli per nulla ai tradizionali castelli federiciani, a pianta regolare e di dimensioni ridotte, compensate dall’imponenza delle strutture.
Percorrendo il cammino di ronda si può avere uno sguardo d’insieme sul complesso. Vale la pena di salire sul mastio, alto ben 29 m, per godere il bellissimo panorama del lago Trasimeno e del paesaggio circostante.
Uno dei motivi di attrazione del complesso è il passaggio coperto che collega il castello al palazzo.
Il palazzo della Corgna, sede attuale del Municipio, venne eretto, secondo la tradizione, su disegni del famoso architetto Galeazzo Alessi (1512 – 1572), ma si fa anche il nome di un altro celebre architetto, Iacopo Barozzi detto il Vignola.

2 commenti:

Soffio ha detto...

bellissimo servizio e molto belle le foto, complimenti

The Nature Jotter ha detto...

che bel blog e che belle foto! ti seguo con piacere :)

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