venerdì 16 novembre 2012

Celano – Un castello atipico



Celano era già in epoca antica un importante centro preromano, e fu poi un potente borgo medievale. Gli antichi conti di Celano dominavano, un tempo, una vasta porzione di territorio. Federico II ne spezzò il potere, ma anche i signori da lui imposti alla città ripresero il prestigioso titolo di conti di Celano.


NASCE IL CASTELLO – L’attuale castello di Celano nacque nello scorcio del XIV secolo. Inizialmente ne fu innalzato, a quanto pare, solo un piano; il secondo fu infatti opera, verso la metà del secolo successivo, del conte Lionello Acclozamora. Tuttavia la sospensione di mezzo secolo non comportò grandi cambiamenti nella costruzione, che si rivela di primo acchito sostanzialmente unitaria.



Concettualmente, si tratta di un tipo di edificio rarissimo in Abruzzo, paese quasi ovunque montagnoso, e dunque tale da favorire lo sviluppo di costruzioni a pianta irregolare, adattata alla variabilissima morfologia del terreno. È infatti un rettangolo regolarissimo, con quattro torri anch’esse quadrate agli angoli. Alle cortine sono addossati quattro corpi di fabbrica regolari, che danno origine a un cortile interno porticato. L’apparato a sporgere è generalizzato sia sulle cortine sia sulle torri.


IL RECINTO DIFENSIVO – Intorno a questa imponente struttura quadrata, così atipica nella sua regolarità geometrica, sta però, una più bassa cortina difensiva, di impianto fortemente irregolare, rafforzata da cinque torri tonde a profilo troncoconico (sovente chiamate in luogo “bastioni”) e da una serie di piccoli torri rompi tratta minori. È questa la vera parte militare del complesso, quella a cui era effettivamente affidata la difesa.


DIVERSITA’ RADICALI – Capita raramente che due strutture castellane facenti parte dello stesso complesso ed erette in epoche vicine siano così profondamente diverse quanto il castello di Celano e la cinta fortificata che lo racchiude. Il primo è un mastodontico e regolare insieme rettangolare, con cortine merlate e torri dotate di doppio apparato a sporgere. La seconda è un inviluppo irregolare, con torri e cortine alla stessa altezza o quasi. Nel primo le torri sono quadrate e a filo cortina, nella seconda, tonde e molto sporgenti. Ma è lo specchio di una realtà: il castello è prima di tutto un’imponente dimora signorile, la cinta è un funzionale strumento di difesa.


LA VENDETTA DELL’IMPERATORE – Gli antichi conti di Celano dominavano, un tempo, una vasta porzione di territorio. Il fatto era in gran parte una naturale conseguenza della felice posizione strategica dell’abitato, a settentrione della Piana Fucense, che già aveva fatto di Celano un importante centro preromano, poi un potente borgo medievale. Ma la loro forza poteva essere un ostacolo per un imperatore accentratore come Federico II. Perciò quando essi osarono entrare in contrasto con lui la sua vendetta fu spietata, così da spezzarne con decisione il potere e farne un esempio per eventuali altri feudatari ribelli. La città fu rasa al suolo; gli abitanti, vennero deportati e sostituiti con coloni fedeli all’imperatore; al luogo venne imposto un nuovo feudatario. Ma la geografia ha i suoi diritti. Tant’è vero che, morto Federico II, i nuovi signori da lui imposti alla città ripresero per sé il prestigioso titolo di conti di Celano (e la loro politica d’autonomia).


UN MONUMENTO CHE SI IMPONE – Splendidi sono sia la situazione ambientale d’insieme sia il rapporto gerarchico castello-abitato, di forte e immediata suggestione visiva e di grande valore simbolico. La dimora del signore si impone sull’ambiente naturale e sulle case dei sudditi.


Guardando con attenzione non è difficile riconoscere le varie fasi dell’intervento: la parte iniziale eretta, nell’ultimo decennio del Trecento, dal conte Pietro di Celano; le strutture alto rinascimentali (1450 circa) del conte Lionello Acclozzamora; i completamenti di Antonio Piccolomini, che nel 1463 aveva avuto in feudo la contea da Alfonso d’Aragona.



Sul percorso d’accesso s’incontrano tre difese successive: un portale d’ingresso cui si giunge attraverso una passerella, difeso da una delle torri tonde; la porta della cinta più interna, cui si perviene attraverso un percorso “sceo”; un portale che immette finalmente nel castello vero e proprio. La fortificazione è decisamente più difficile da assalire di quanto non appaia da lontano.
Il grande cortile, circondato da portici ad arcate ogivali su pilastri rotondi, si apre al piano superiore in un’area loggia ad archi a pieno centro, di sapore ormai rinascimentale. Al centro vi si trova un pozzo.



Il complesso, gravemente danneggiato da un terremoto nel 1915, è stato ampiamente restaurato nel secondo dopoguerra, con risultati non sempre felicissimi.
Il castello oggi appartiene al Ministero per Beni e le Attività culturali.  

2 commenti:

Il Mondo Capovolto ha detto...

Molto bello :)
ciao Ziamame

Anonimo ha detto...

Il castello di Itri é nettamente superiore

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